Salute e benessere psicologico e sociale…di cosa parliamo?
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Siamo tutti preoccupati per la salute propria e dei propri cari. Ognuno se ne occupa in modo diverso, in base alle proprie risorse e alle possibilità. Ma che cosa significa “essere in buona salute”?
Secondo la Costituzione dell’OMS, la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. L’Organizzazione ha come obiettivo quello del “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Si tratta quindi di promuovere lo sviluppo e di incrementare la sicurezza sanitaria. Esistono diversi modi per raggiungere questi obiettivi: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche. Una delle principali azioni che si lega al concetto di prevenzione primaria è attuare interventi di promozione della salute mentale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e effettuare studi sui servizi per migliorare l’accesso e la qualità delle cure.
Le condizioni di salute possono variare a seconda delle specifiche fasce di età, per le condizioni sociali dell’individuo e della comunità. Inoltre, vivere con una condizione di salute precaria rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.
Quale può essere la strada da seguire?
Innanzitutto, adottare un approccio centrato sulla persona. Cosa può voler dire? Si tratta di mettere al centro della presa in carico la Persona, con i suoi problemi, i fattori di rischio ma anche e soprattutto con i suoi bisogni, le sue risorse personali e sociali, tenendo conto dei legami affettivi e dello stile di vita. Si delinea così una visione positiva che mira a promuovere il benessere e favorire un processo di resilienza in ogni Persona.
Ogni professionista della cura della persona (ad esempio personale medico, sanitario, psicologi o assistenti sociali) dovrebbero dare spazio all’ascolto della persona, dei suoi bisogni e utilizzare le conoscenze tecniche per migliorare la qualità di vita del paziente.
Per maggiori approfondimenti:
https://www.iss.it/salute-mentale1
A cura di Maria Ciaramella
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Siamo tutti preoccupati per la salute propria e dei propri cari. Ognuno se ne occupa in modo diverso, in base alle proprie risorse e alle possibilità. Ma che cosa significa “essere in buona salute”?
Secondo la Costituzione dell’OMS, la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. L’Organizzazione ha come obiettivo quello del “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Si tratta quindi di promuovere lo sviluppo e di incrementare la sicurezza sanitaria. Esistono diversi modi per raggiungere questi obiettivi: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche. Una delle principali azioni che si lega al concetto di prevenzione primaria è attuare interventi di promozione della salute mentale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e effettuare studi sui servizi per migliorare l’accesso e la qualità delle cure.
Le condizioni di salute possono variare a seconda delle specifiche fasce di età, per le condizioni sociali dell’individuo e della comunità. Inoltre, vivere con una condizione di salute precaria rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.
Quale può essere la strada da seguire?
Innanzitutto, adottare un approccio centrato sulla persona. Cosa può voler dire? Si tratta di mettere al centro della presa in carico la Persona, con i suoi problemi, i fattori di rischio ma anche e soprattutto con i suoi bisogni, le sue risorse personali e sociali, tenendo conto dei legami affettivi e dello stile di vita. Si delinea così una visione positiva che mira a promuovere il benessere e favorire un processo di resilienza in ogni Persona.
Ogni professionista della cura della persona (ad esempio personale medico, sanitario, psicologi o assistenti sociali) dovrebbero dare spazio all’ascolto della persona, dei suoi bisogni e utilizzare le conoscenze tecniche per migliorare la qualità di vita del paziente.
Per maggiori approfondimenti:
https://www.iss.it/salute-mentale1
A cura di Maria Ciaramella
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Siamo tutti preoccupati per la salute propria e dei propri cari. Ognuno se ne occupa in modo diverso, in base alle proprie risorse e alle possibilità. Ma che cosa significa “essere in buona salute”?
Secondo la Costituzione dell’OMS, la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. L’Organizzazione ha come obiettivo quello del “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Si tratta quindi di promuovere lo sviluppo e di incrementare la sicurezza sanitaria. Esistono diversi modi per raggiungere questi obiettivi: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche. Una delle principali azioni che si lega al concetto di prevenzione primaria è attuare interventi di promozione della salute mentale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e effettuare studi sui servizi per migliorare l’accesso e la qualità delle cure.
Le condizioni di salute possono variare a seconda delle specifiche fasce di età, per le condizioni sociali dell’individuo e della comunità. Inoltre, vivere con una condizione di salute precaria rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.
Quale può essere la strada da seguire?
Innanzitutto, adottare un approccio centrato sulla persona. Cosa può voler dire? Si tratta di mettere al centro della presa in carico la Persona, con i suoi problemi, i fattori di rischio ma anche e soprattutto con i suoi bisogni, le sue risorse personali e sociali, tenendo conto dei legami affettivi e dello stile di vita. Si delinea così una visione positiva che mira a promuovere il benessere e favorire un processo di resilienza in ogni Persona.
Ogni professionista della cura della persona (ad esempio personale medico, sanitario, psicologi o assistenti sociali) dovrebbero dare spazio all’ascolto della persona, dei suoi bisogni e utilizzare le conoscenze tecniche per migliorare la qualità di vita del paziente.
Per maggiori approfondimenti:
https://www.iss.it/salute-mentale1
A cura di Maria Ciaramella