Promuovere la resilienza
Durante il percorso di vita, possono accadere alcuni eventi che possono interrompere il normale proseguimento della vita quotidiana: lutti, perdite, malattie acute o croniche, licenziamenti, pensionamento. Ognuno può trovarsi in un momento di crisi, dove i punti di riferimento sembrano perduti, sembra che non ci sia la possibilità di reagire alle difficoltà. Anzi, la vita sembra continuare a porre difficoltà sempre più grandi.
E allora ci si può sentire, tristi, affaticati, disperati, demoralizzati. Se la crisi dura nel tempo, può minare la tenuta dei legami affettivi e ci si può sentire sopraffatti dalla solitudine. Inoltre, restare a lungo in una condizione di crisi, può minare alla capacità di resistenza della Persona davanti agli eventi avversi, fino alla definizione di possibili condizioni psicopatologiche come depressione,
disturbi d’ansia o attacchi di panico.
E’ possibile uscire dal tunnel?
Il ritorno ad un equilibrio psicologico, fisico e sociale sarà complesso da raggiungere e dipenderà da una serie di fattori, variabili in ogni storia di vita.
L’interazione dei fattori di protezione, ovvero risorse personali, familiari, sociali e relazionali interverranno nella definizione di una traiettoria di resilienza della Persona, la quale non si limiterà ad affrontare e superare l’avversità, ma rielaborerà il significato della crisi nella propria vita. In questo processo, non di rado si scoprono risorse o se ne acquisiscono di nuove.
Cosa si intende per risorse?
Ogni Persona ha le proprie strategie per affrontare i problemi, concentrandosi sul problema stesso o sulle risorse da attivare e mettere in gioco per affrontarlo. Ad esempio, alcuni tratti di personalità, come l’estroversione, l’umorismo e l’essere tendenzialmente positivi, favoriscono il superamento della crisi. In altri casi, invece, giocano un ruolo fondamentale per la ripresa i legami affettivi e sociali costruiti nel tempo; questi possono aiutare e sostenere la Persona nel momento di difficoltà. La famiglia e i legami familiari possono essere risorse fondamentali da coinvolgere nel processo di recupero e superamento della crisi. Non sono da escludere i casi in cui la fede religiosa, la speranza nel futuro e la capacità di riprogettare la propria vita proteggono e favoriscono la Persona nella definizione di una traiettoria di vita resiliente.
…e i professionisti della cura?
Medici, sanitari, psicologi o professionisti del sociale possono svolgere un ruolo fondamentale in questa fase, quello di promotore del processo di resilienza. Attraverso l’ascolto attivo e attento, l’accoglienza del/i problemi e l’individuazione delle risorse, i professionisti diventano testimoni della crescita del benessere della Persona.
Inoltre, la possibilità di sostenere la Persona con tecniche e strumenti precisi favorisce la scoperta o l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze che possono diventare risorse per il paziente. Un esempio di questo processo può essere l’importante funzione informativa e di educazione che i professionisti svolgono attraverso le consulenze.
A cura di Maria Ciaramella
Salute e benessere psicologico e sociale…di cosa parliamo?
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Siamo tutti preoccupati per la salute propria e dei propri cari. Ognuno se ne occupa in modo diverso, in base alle proprie risorse e alle possibilità. Ma che cosa significa “essere in buona salute”?
Secondo la Costituzione dell’OMS, la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. L’Organizzazione ha come obiettivo quello del “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Si tratta quindi di promuovere lo sviluppo e di incrementare la sicurezza sanitaria. Esistono diversi modi per raggiungere questi obiettivi: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche. Una delle principali azioni che si lega al concetto di prevenzione primaria è attuare interventi di promozione della salute mentale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e effettuare studi sui servizi per migliorare l’accesso e la qualità delle cure.
Le condizioni di salute possono variare a seconda delle specifiche fasce di età, per le condizioni sociali dell’individuo e della comunità. Inoltre, vivere con una condizione di salute precaria rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.
Quale può essere la strada da seguire?
Innanzitutto, adottare un approccio centrato sulla persona. Cosa può voler dire? Si tratta di mettere al centro della presa in carico la Persona, con i suoi problemi, i fattori di rischio ma anche e soprattutto con i suoi bisogni, le sue risorse personali e sociali, tenendo conto dei legami affettivi e dello stile di vita. Si delinea così una visione positiva che mira a promuovere il benessere e favorire un processo di resilienza in ogni Persona.
Ogni professionista della cura della persona (ad esempio personale medico, sanitario, psicologi o assistenti sociali) dovrebbero dare spazio all’ascolto della persona, dei suoi bisogni e utilizzare le conoscenze tecniche per migliorare la qualità di vita del paziente.
Per maggiori approfondimenti:
https://www.iss.it/salute-mentale1
A cura di Maria Ciaramella
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Siamo tutti preoccupati per la salute propria e dei propri cari. Ognuno se ne occupa in modo diverso, in base alle proprie risorse e alle possibilità. Ma che cosa significa “essere in buona salute”?
Secondo la Costituzione dell’OMS, la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. L’Organizzazione ha come obiettivo quello del “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Si tratta quindi di promuovere lo sviluppo e di incrementare la sicurezza sanitaria. Esistono diversi modi per raggiungere questi obiettivi: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche. Una delle principali azioni che si lega al concetto di prevenzione primaria è attuare interventi di promozione della salute mentale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e effettuare studi sui servizi per migliorare l’accesso e la qualità delle cure.
Le condizioni di salute possono variare a seconda delle specifiche fasce di età, per le condizioni sociali dell’individuo e della comunità. Inoltre, vivere con una condizione di salute precaria rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.
Quale può essere la strada da seguire?
Innanzitutto, adottare un approccio centrato sulla persona. Cosa può voler dire? Si tratta di mettere al centro della presa in carico la Persona, con i suoi problemi, i fattori di rischio ma anche e soprattutto con i suoi bisogni, le sue risorse personali e sociali, tenendo conto dei legami affettivi e dello stile di vita. Si delinea così una visione positiva che mira a promuovere il benessere e favorire un processo di resilienza in ogni Persona.
Ogni professionista della cura della persona (ad esempio personale medico, sanitario, psicologi o assistenti sociali) dovrebbero dare spazio all’ascolto della persona, dei suoi bisogni e utilizzare le conoscenze tecniche per migliorare la qualità di vita del paziente.
Per maggiori approfondimenti:
https://www.iss.it/salute-mentale1
A cura di Maria Ciaramella
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Siamo tutti preoccupati per la salute propria e dei propri cari. Ognuno se ne occupa in modo diverso, in base alle proprie risorse e alle possibilità. Ma che cosa significa “essere in buona salute”?
Secondo la Costituzione dell’OMS, la salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. L’Organizzazione ha come obiettivo quello del “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”.
Si tratta quindi di promuovere lo sviluppo e di incrementare la sicurezza sanitaria. Esistono diversi modi per raggiungere questi obiettivi: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche. Una delle principali azioni che si lega al concetto di prevenzione primaria è attuare interventi di promozione della salute mentale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e effettuare studi sui servizi per migliorare l’accesso e la qualità delle cure.
Le condizioni di salute possono variare a seconda delle specifiche fasce di età, per le condizioni sociali dell’individuo e della comunità. Inoltre, vivere con una condizione di salute precaria rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.
Quale può essere la strada da seguire?
Innanzitutto, adottare un approccio centrato sulla persona. Cosa può voler dire? Si tratta di mettere al centro della presa in carico la Persona, con i suoi problemi, i fattori di rischio ma anche e soprattutto con i suoi bisogni, le sue risorse personali e sociali, tenendo conto dei legami affettivi e dello stile di vita. Si delinea così una visione positiva che mira a promuovere il benessere e favorire un processo di resilienza in ogni Persona.
Ogni professionista della cura della persona (ad esempio personale medico, sanitario, psicologi o assistenti sociali) dovrebbero dare spazio all’ascolto della persona, dei suoi bisogni e utilizzare le conoscenze tecniche per migliorare la qualità di vita del paziente.
Per maggiori approfondimenti:
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A cura di Maria Ciaramella
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